Un decennio rosso fuoco-copertina

1940-1950  (Genova, febbraio 2009)

A furia di raccontare le sue storie un uomo diventa quelle storie.

Esse continuano a vivere dopo di lui e in questo modo egli diventa immortale.

Tim Burton

Il libro curato da Giorgio Macario per conto del padre Marzio, racconta gli avvenimenti di un decennio (1940-1950) in cui il l’adolescente Marzio attraverso le vicissitudini della guerra diventa uomo.
L’intreccio delle voci e dei ricordi del padre e del figlio è suggestivo e coinvolgente ci fa capire che i ricordi familiari sono quelli che si tramandano di padre in figlio attraverso le narrazioni continue, gli aneddoti familiari, i detti e i non detti.

PRESENTAZIONE.

 Il decennio a cui si fa riferimento è quello compreso fra il  940 ed il 1950,
quando la vita di mio padre passa dai 13 anni di un preadolescente ai 23 anni di un uomo che si sposa e che si appresta a mantenere una famiglia che diventerà piuttosto numerosa.
Un percorso di vita, quello di Marzio, che attraversa l’adolescenza nel tentativo di cercare una propria strada, immaginandosi –ed a volte facendocose eroiche, e vivendo al contempo tutte le contraddizioni che possono animare l’esistenza di ciascuno. Si tratta della narrazione di ricordi emersi durante le interviste realizzate a oltre cinquant’anni di distanza.
Ricostruzione di una vita da protagonista nonostante le origini modeste, i ruoli non sempre centrali, gli incarichi di un certo rilievo, le contraddizioni e le debolezze profondamente umane, gli slanci altruistici e solidali.
Il racconto di un decennio è un compito impegnativo. Ma la leggerezza che traspare dalla storia consiste nel non avere alcuna pretesa di esaustività, nel partire da un singolo sguardo visuale, da un vissuto personale che vive profondamente le contraddizioni del decennio in questione. Un decennio ricco di vicende storiche: l’Italia che entra in guerra, la caduta del fascismo, la Resistenza e la Liberazione, la Resistenza tradita, la ricostruzione e la nuova quotidianità raggiunta.
Il mio intervento si è concentrato nel ricostruire, connettere e collegare i vari passaggi, cercando di fornire quegli elementi comparativi che intendono rendere più efficaci, comprensibili e vivi i concetti e le considerazioni espresse.
La parola è comunque quella di Marzio che accenna brevemente nel primo capitolo alla figura di suo nonno Gin di Munti e, soprattutto, di suo padre Pippo. E prosegue nei capitoli successivi, attraversando la storia del decennio che l’ha visto crescere e maturare.
Si tratta quindi di uno sguardo parziale ma onesto che esplora una vita vissuta intensamente.
Una vita, quella di mio padre, che qui è rappresentata solo in parte. Tutto il resto rivive costantemente nei miei ricordi, in quelli di Ida, Franca, Sergio e Bruno e, più in generale, di tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo. (G.M.)

La pubblicazione è presentata anche all’indirizzo:

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